I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) costituiscono delle condizioni cliniche in particolare: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, che spesso tendono ad associarsi tra loro, ma che possono occorrere anche isolatamente. I DSA sono per definizione disturbi circoscritti a domini cognitivi specifici, che non interessano il funzionamento cognitivo più generale, ma le loro conseguenze possono comunque essere pervasive, e interessare molti ambiti del funzionamento cognitivo, come anche dell’adattamento personale e sociale. Facciamo il punto sulle novità emerse dall’uscita delle nuove Linee Guida sui DSA, rispetto alle precedenti Consensus Conference e gli aspetti innovativi, presenti nel nuovo documento. La produzione di nuove linee guida rappresenta un punto di partenza da cui è auspicabile trarre dei benefici nella pratica clinica, come quello dell’adattamento alla realtà italiana dei sistemi di classificazione diagnostica, un approfondimento dei percorsi diagnostici al fine anche di ridurre l’attuale variabilità diagnostica e discrezionalità operativa e infine per un miglioramento potenziale dell’efficacia e dell’efficienza dell’intervento. Le raccomandazioni infatti possono contribuire alla definizione di procedure di individuazione, di diagnosi e di trattamento dei DSA, inoltre alcune delle raccomandazioni possono avere anche in impatto in ambito scolastico. Le raccomandazioni formulate derivano dalle evidenze della letteratura che possono garantire una maggiore uniformità nelle procedure di individuazione precoce dei DSA. Nella stesura delle linee guida sono state utilizzate le migliori evidenze scientifiche disponibili in letteratura sull’argomento coinvolgendo anche esperti indipendenti e senza conflitto di interessi, con l’impiego di metodologie coerenti con i migliori standard di qualità. Le raccomandazioni vengono presentate in tabelle e sono correlate dalla certezza delle prove con metodologia “GRADE” che definisce certezza delle prove da alta a molto bassa o senza metodologia “GRADE” che mette in risalto la qualità degli studi da buona, media a scarsa. Vediamo brevemente passando in rassegna i quesiti clinici proposti quali sono le maggiori novità e integrazioni rispetto ai precedenti documenti di consenso. Nel quesito 1 viene posta l’attenzione agli indici predittivi per l’identificazione precoce dei bambini a rischio di disturbo specifico dell’apprendimento. L’obiettivo principale delle raccomandazioni relative a questo quesito e quello di rendere maggiormente omogenee le attività di screening viste in un’ottica di indici predittivi, cioè come aumento di probabilità di presentare difficoltà negli apprendimenti scolastici senza predire il disturbo ma, diciamo il “rischio “di disturbo. Nelle raccomandazioni relative al primo quesito viene posta l’attenzione su quali difficoltà e quali compiti all’ultimo anno della scuola dell’infanzia devono essere valutati perché rappresentano degli indicatori di rischio per lo sviluppo delle abilità di codifica ortografica, decodifica in lettura, comprensione del testo e area del calcolo, in età scolare. Per tutte le prove citate nelle raccomandazioni viene esplicitamente consigliato di utilizzare gli indici predittivi al solo fine di individuare bambini che possono avere un’aumentata probabilità o rischio negli apprendimenti scolastici. Il quesito numero 2 rappresenta una novità in merito al Disturbo di comprensione del testo, alla luce delle revisioni internazionali del DSM e dell’ICD. Pertanto nelle raccomandazioni relative a questo quesito viene meglio delineato il percorso diagnostico che porta al disturbo di comprensione, in merito a quante prove devono essere somministrate per definire il disturbo e le misure di cut-off da utilizzare, nell’ottica di misurare la comprensione del testo. Viene inoltre raccomandato di approfondire il profilo del disturbo analizzando la prestazione in prove ed abilità ad essa correlare, che vanno tenute in considerazione nella diagnosi. I quesiti 3 e 4 invece vertono sulle quantità simboliche e non nel disturbo di calcolo e sulle competenze matematiche nel disturbo di calcolo. Le raccomandazioni pongono indicazioni più dettagliate rispetto al disturbo di calcolo e a quali processi devono essere considerati, viene inoltre la raccomandata cautela nel porre diagnosi di discalculia evolutiva attraverso il solo utilizzo di prove di rappresentazione di quantità non simboliche. Nel quesito numero 5 rispetto alla Disgrafia viene data una spiegazione più esplicita rispetto al disturbo e si raccomanda di assumere un atteggiamento diagnostico cauto di fronte alla presenza di difficoltà di scrittura a mano. Nel quesito numero 6 viene raccomandato di includere nel processo diagnostico dei DSA indipendentemente dall’età la valutazione di altre competenze cognitive come le Funzioni attentive, la Memoria di lavoro, le Funzioni Esecutive, le Abilità di elaborazione fonologica, le Competenze e le Competenze visuo-spaziali e della motricità fine. Il quesito 7 rappresenta una novità in quanto prende in considerazione i criteri e le procedure per l’identificazione di DSA in bambini bilingui in età scolare, sono esposte nelle raccomandazioni indicazioni più precise rispetto alla necessità de clinico di avere una chiara storia linguistica del bambino, rispetto a quali prove utilizzare e quando è consigliabile porre diagnosi, tale quesito risulta molto esaustivo e merita una lettura dettagliata e approfondita. Lo stesso vale per il quesito 8 in merito al DSA nell’adulto dove vengono presi in considerazione quali strumenti utilizzare per la diagnosi di DSA nell’adulto.
Per approfondire si consiglia la lettura completa delle Linee Guida:
https://snlg.iss.it/wp-content/uploads/2022/03/LG-389-AIP_DSA.pdf
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