
Sebbene lo sviluppo del linguaggio nel bambino segua delle tappe ben precise capita che non vengano rispettate dal bambino con la comprensibile ansia e paura che ne conseguono nei genitori. Questi bambini sono definiti “PARLATORI TARDIVI” e mostrano delle differenze rispetto ai loro coetanei nelle abilità linguistiche. Quando parliamo di linguaggio bisogna in primis essere a conoscenza di quanto avviene nello sviluppo linguistico tipico, sappiamo che pur evidenziando una notevole variabilità individuale nello sviluppo tipico si osserva un percorso comune. Non tutti i bambini però, seguono le tappe di sviluppo tipico del linguaggio, alcuni di essi possono presentare un ritardo, altri uno sviluppo deviante. I disturbi di linguaggio e di comunicazione costituiscono il disordine dello sviluppo più frequente in età evolutiva. Rilevante è l’identificazione precoce dei bambini con ritardo nello sviluppo del linguaggio e con disturbo primario del linguaggio al fine di ridurre il rischio di successive difficoltà ma soprattutto per garantire a questi bambini la possibilità di comunicare e relazionarsi in modo adeguato con gli altri. Il ritardo del linguaggio rappresenta una delle più frequenti cause di consultazione dei servizi e dei centri di valutazione del neuro sviluppo. Molti di questi bambini che si rivolgono ai servizi e ai centri dedicati all’età evolutiva hanno meno di tre anni e presentano una ridotta dimensione del vocabolario espressivo (producono poche parole) e vengono definiti parlatori tardivi; in assenza di altre condizioni concomitanti. La maggior parte di questi bambini hanno poi una prognosi buona, vi è però un sottogruppo di bambini a maggior rischio di ritardo persistente e di Disturbo Primario del Linguaggio. Alcuni campanelli di allarme possono essere rappresentati precocemente dall’assenza della lallazione e da una scarsa comunicazione gestuale. Particolare attenzione richiedono le difficoltà a livello della capacità di comprendere il linguaggio. Per quanto riguarda il vocabolario, la produzione delle parole, si può parlare di ritardo nello sviluppo del linguaggio quando si ha una produzione inferiore alle 50 parole intorno ai 24 mesi. Successivamente, ai tre anni d’età, può destare attenzione nel genitore una scarsa capacità di formulare frasi complete o nell’ esprimersi in modo chiaro. In presenza di questi indicatori si può ipotizzare un ritardo del linguaggio è pertanto consigliato intervenire per aiutare il bambino. Il percorso che conduce alla diagnosi di Disturbo Primario di Linguaggio prevede una fase in cui vengono identificati bambini “a rischio” di sviluppare una difficoltà persistente di comunicazione e un’altra, successiva, per la valutazione del livello e del tipo di deficit persistente nel linguaggio, per arrivare poi alla progettazione del trattamento logopedico. I bambini che presentano un ritardo di linguaggio costituiscono inoltre una popolazione a rischio, non solo per difficoltà di linguaggio, ma anche per successivi disturbi emozionali e problemi di apprendimento scolastico. Nei casi di ritardo nello sviluppo di linguaggio nei bambini dai due ai tre anni, la letteratura consiglia programmi d’intervento che prevedono il coinvolgimento dei genitori, attraverso un Parent Coaching, per aiutarli ad imparare a sostenere gli interessi del bambino e da questi partire, per fornire un input linguistico che modella ed espande le produzioni del bambino. I genitori hanno delle competenze e nella comunicazione c’è una relazione tra due persone, i bambini non imparano a parlare da soli ma gradualmente mentre trascorrono del tempo con le persone importanti nella loro vita, soprattutto voi genitori per questo lasciate che sia il bambino a guidare la comunicazione. L’input linguistico e lo stile comunicativo dei genitori rivestono un ruolo cruciale nello sviluppo delle abilità comunicative e linguistiche dei loro figli, “parlare è un gioco a due”. Noi genitori dobbiamo parlare tanto e bene ai nostri bambini, dimostrate il piacere di comunicare a partire dalle situazioni routinarie come vestirsi, mangiare, lavarsi, andare a dormire. Possiamo sfruttare le situazioni che si creano durante la giornata per descrivere e raccontare ciò che ci circonda. Non dimenticate di giocare, ogni gioco può veicolare e sostenere il linguaggio, divertitivi insieme ai vostri bambini, ogni apprendimento è marcato dalla parte emotiva!
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